Le macchie dopo la chemioterapia sono una possibile risposta poco piacevole della pelle. Reazioni avverse sulla barriera cutanea come eruzioni, secchezza e iperpigmentazione sono manifestazioni molto frequenti in seguito alla somministrazione di ciclofosfamide, clorambucile, busulfano e procarbazina, agenti chemioterapici usati per arrestare la crescita delle cellule tumorali.
Non sono solo però queste sostanze a causare un’alterazione della cute. A seguito di un trattamento radioterapico, infatti, spesso si presentano sulla zona trattata anche forte rossore, prurito e fastidi. Questi sono i sintomi tipici della radiodermite. Complessivamente la pelle si trova quindi in uno stato di infiammazione che però, in questo caso, può essere alleviato attraverso l’utilizzo di specifiche creme per radiodermiti.
Sebbene quindi la tossicità cutanea delle molecole chemioterapiche sia raramente pericolosa, non sono da escludersi un peggioramento del benessere psicofisico del paziente e una sua scarsa adesione al protocollo terapeutico. Per questo è importante agire già a livello preventivo, utilizzando prodotti dermoaffini ad azione lenitiva ed idratante, perfetti anche per alleviare i fastidi che si possono presentare a seguito della chemioterapia.
Le cause delle macchie dopo la chemioterapia
Le macchie della pelle da chemioterapia sono causate da un’alterazione della pigmentazione della cute. Queste possono manifestarsi in qualsiasi momento, ma sono più frequenti a distanza di circa 2-3 settimane dall’inizio della terapia. Le zone più colpite sono viso e collo, schiena, torace, addome e arti.
Tra i meccanismi responsabili dell’iperpigmentazione indotta figurano:
- reazioni allergiche al farmaco;
- sovrapproduzione di melanina;
- iperpigmentazione secondaria associata a fenomeni infiammatori sostenuti dalla tossicità degli agenti chemioterapici sui cheratinociti.
L’alterazione della funzionalità della pelle è in primo luogo dovuta ai farmaci antineoplastici, che ne riducono lo spessore quando essa fa già fatica a rigenerarsi. A ciò si aggiunge anche la chemioterapia, che mette a dura prova la vascolarizzazione, danneggia il derma e altera i meccanismi di regolazione delle ghiandole sebacee e sudoripare rendendo la pelle lassa e secca. Complessivamente, quindi, la pelle non è in grado di lavorare correttamente e può sviluppare delle macchie.
Come trattare le macchie dopo la chemioterapia
Le macchie che si formano con la chemioterapia sono solitamente temporanee con tendenza alla scomparsa spontanea dopo circa 10-12 settimane dall’ultima terapia.
I prodotti per trattarle e migliorarne visibilmente l’aspetto, ripristinando il benessere della pelle, ci sono, ma spesso vengono proposti preparati a base di acido glicolico, acido salicilico e retinoidi. Questi prodotti sono troppo aggressivi e poco tollerati dalla cute dei pazienti oncologici poiché essa è già particolarmente sensibilizzata.
In questi casi, è quindi preferibile prevenire la formazione di macchie cutanee scegliendo coadiuvanti cosmetici per la pelle in terapia, cioé formulazioni dermoaffini che riducono le sensibilizzazioni e ripristinano la naturale barriera cutanea.
Beauty routine per la pelle fotosensibilizzata
La pelle macchiata dopo la chemioterapia deve essere trattata seguendo alcuni precisi accorgimenti, quali:
- scegliere detergenti delicati e non schiumogeni privi di tensioattivi aggressivi (SLS), alcool e profumi allergizzanti;
- fare bagni o docce brevi con acqua tiepida e non usare spugne abrasive;
- asciugare delicatamente la pelle tamponandola con un telo in morbido;
- idratare e lenire la pelle con formulazioni arricchite di burro di karitè, acido ialuronico, urea e tocoferolo (o vitamina E);
- nutrire la cute più secca con un olio dal potere emolliente;
- sostenere il processo di riparazione della pelle desquamata con prodotti dedicati a base di urea e allantoina.
L’esposizione al sole in chemioterapia
Molti pazienti si chiedono se possono esporsi al sole dopo la comparsa di macchie da chemioterapia. La risposta è sì, ma adottando delle specifiche precauzioni contro i raggi solari.
È quindi bene moderare la permanenza all’aperto nelle ore più calde e ricordarsi di applicare sempre una protezione solare con fattore 50+, capace di protegge la pelle di viso e corpo dai raggi UVA e UVB e scongiurando così l’insorgenza di eritemi e scottature.
Macchie dopo la chemioterapia: quando contattare l’oncologo
In presenza di macchie dopo la chemioterapia, ci sono casi in cui è bene contattare il proprio oncologo di fiducia, in quanto potrebbero richiedere un trattamento specifico. Questo deve essere fatto quando:
- le eruzioni cutanee peggiorano dopo aver applicato creme e unguenti;
- il prurito perdura per più di 48 ore;
- si formano vesciche con pus e croste;
- l’eruzione cutanea è particolarmente dolorosa.
In tali circostanze, lo specialista può prescrivere antibiotici orali insieme a creme con cortisone, pomate antibiotiche e, nelle forme più gravi, corticosteroidi da prendere per bocca.
Fonti:
- Fabbrocini G, Cameli N, Romano MC, Mariano M, Panariello L, Bianca D, Monfrecola G. Chemotherapy and skin reactions. J Exp Clin Cancer Res. 2012 May 28;31(1):50.
- Farmacovigilanza SIF – Alterazioni della pigmentazione della cute indotte da farmaci
- Moffitt Cancer Center – What is Chemio Rash?
- Quotidiano Sanità – Cosa succede alla cute quando si fa chemioterapia
- Tecnica Ospedaliera – Terapie oncologiche e tossicità cutanea, consigli salva-pelle
- National Cancer Institute – Skin and Nails Changes during Cancer Treatment
- Fra Parentesi.org – Sono in terapia oncologica….perché queste macchie sulla pelle?