Come riconoscere il cancro al seno: i sintomi e i segnali da monitorare

Il carcinoma mammario – più generalmente cancro al seno – è un tumore maligno della mammella che solitamente insorge nei dotti (condotti tubulari che trasportano il latte al capezzolo) o nei lobuli (le ghiandole che producono il latte). Il carcinoma mammario è una patologia che può divenire sistemica e per questo motivo è importante riconoscerlo dai primi sintomi e diagnosticarlo precocemente

Cancro al seno: invasivo e non invasino

Il cancro al seno può essere non-invasivo o invasivo. Il tumore della mammella non-invasivo si divide in:

  • carcinoma duttale in situ (ductal carcinoma in situ, DCIS). Si tratta di una lesione pre-maligna non ancora invasiva che può evolvere sino a diventare una forma invasiva di tumore mammario. In questo tipo di cancro, le cellule neoplastiche sono localizzate nei dotti della mammella e non sono ancora diffuse al tessuto mammario sano; 
  • carcinoma lobulare in situ (neoplasia lobulare intraepiteliale, LIN). E’ diagnosticato quando sono presenti alterazioni nelle cellule che rivestono i lobuli, indicative di un rischio aumentato di sviluppare un cancro della mammella in futuro. In realtà la neoplasia lobulare non è di per sé un cancro mammario, ma una pre-cancerosi e, benché le donne che presentano questa condizione sono sottoposte a regolari controlli, la maggior parte di loro non svilupperà un tumore invasivo della mammella.

Se il tumore al seno non risiede solo nel punto di origine e diventa infiltrante, si parla “cancro della mammella invasivo”. Questo termine è utilizzato per indicare un cancro che si è diffuso al di fuori dei dotti (cancro della mammella duttale invasivo) o dei lobuli (cancro della mammella lobulare invasivo).

Quelle invasive rappresentano le forme più pericolose di cancro al seno perché le cellule tumorali possono raggiungere e colonizzare anche organi distanti dalla mammella. Questo tipo di cancro può essere ulteriormente classificato in base alle sue caratteristiche istologiche; per esempio, i tumori mammari tubulari, mucinosi, midollari e papillari sono sottotipi istologici, di cancro della mammella, seppur più rari. 

Cancro alla mammella: stadio della malattia 

Il cancro della mammella è classificato anche in base allo stadio della malattia:

Cancro alla mammella in stadio precoce

Quando non è diffuso al di fuori della mammella o dei linfonodi ascellari. Questi tumori sono generalmente operabili e il trattamento primario è spesso rappresentato dalla chirurgia per rimuovere il cancro, anche se molte pazienti ricevono anche la terapia sistemica neoadiuvante preoperatoria.

Cancro alla mammella localmente avanzato

Se è diffuso dalla mammella ai tessuti o ai linfonodi vicini. Nella maggior parte dei casi, il trattamento iniziale per il cancro della mammella localmente avanzato è rappresentato dalle terapie sistemiche. In base al grado di diffusione, i tumori localmente avanzati possono essere operabili o inoperabili (in questo caso, la chirurgia potrebbe essere comunque praticata qualora il tumore si riducesse dopo la terapia sistemica).

Cancro della mammella metastatico

Quando è diffuso ad altre parti del corpo come le ossa, il fegato o i polmoni. I tumori secondari localizzati in sedi distanti sono detti metastasi. Il cancro della mammella metastatico non è curabile ma può essere trattato.

Cancro della mammella avanzato

Espressione utilizzata per descrivere un cancro mammario localmente avanzato inoperabile sia un cancro mammario metastatico. 

Cancro al seno: recettori ormonali 

Un altro modo di classificare il tumore al seno avviene in base alla presenza di recettori ormonali presenti sulla superficie delle cellule cancerose. Si tratta di una classificazione molto utile da un punto di vista diagnostico e terapeutico perché, in base alla tipologia di recettore, l’oncologo può procedere con la selezione della terapia mirata.

Inoltre, questo criterio di classificazione permette di stimare la velocità di crescita tumorale, la probabilità di diffusione agli altri organi, la risposta ai trattamenti e l’eventuale recidiva.

Circa il 70% dei casi di tumori al seno sono positivi ai recettori ormonali, come gli estrogeni o il progesterone, il cui legame serve alle cellule per proliferare.

Nel 20% dei casi, i tumori al seno sono positivi ai recettori per la proteina HER2, un fattore di crescita epidermico umano. Questo tumore è molto temuto perché si manifesta con una crescita cellulare particolarmente incontrollata e maligna. Infine, in circa il 15% dei casi, i tumori mammari possono non avere nessun tipo di recettore: in questo caso si parla di carcinoma mammario triplo negativo, una forma molto difficile da trattare perché priva di recettori da colpire con le terapie. 

Come riconoscere il cancro al seno

Il cancro al seno è una patologia dinamica che nelle fasi iniziali si localizza nella mammella e che può diffondersi attraverso i linfonodi regionali, il flusso sanguigno o entrambi in altri distretti dell’organismo, diventando così un cancro mammario metastatizzato, una forma che sebbene trattabile non è risolvibile. Per questo motivo è fondamentale riconoscere il cancro al seno dai primi sintomi. Molti tumori della mammella sono scoperti dalla paziente per auto-palpazione, o durante l’esame obiettivo, o mammografico di routine. 

I primi segni e sintomi della presenza del cancro al seno includono:

  • Sviluppo di un nodulo mammario. Si tratta di un segnale tipico del tumore al seno, palpabile e a volte visibile, duro al tatto e che, nella maggior parte dei casi non provoca dolore;
  • Alterazione della pelle, che può assumere un aspetto a “buccia d’arancia” ;
  • Cambiamenti della dimensione o nella forma della mammella, come avvallamenti o rigonfiamenti;
  • Retrazione cutanea e/o aumento della consistenza del tessuto mammario;
  • Alterazione del capezzolo, che può apparire retratto o più sporgente, che può secernere fluido o sangue, o che può diventare duro e provocare prurito;
  • Rigonfiamento del seno o di una sua parte;
  • Presenza di un nodulo nel cavo ascellare o ingrossamento dei linfonodi delle ascelle e del collo in fase iniziale
  • Dolore o fastidio persistente alla mammella in fase iniziale;
  • Arrossamento cutaneo in fase iniziale;
  • Ispessimento cutaneo.

Per tumori mammari in fase più avanzata oltre a questi sintomi è possibile riscontrare anche:

  • Ulcerazione della pelle della mammella;
  • Infiammazione (seno arrossato, ingrossato, con edema, caldo);
  • Linfoadenopatie.

Sintomi a seconda del luogo di sviluppo

Infine, in presenza di metastasi i sintomi possono variare a seconda del luogo in cui si è sviluppata:

  • Ossee: forte dolore e/o fratture;
  • Polmonari: tosse e/o dispnea progressiva;
  • Epatiche: asintomatica fino allo sviluppo di insufficienza epatica in fase avanzata;
  • Cutanee: papule, ulcerazioni, corazze;
  • Cerebrali: ipertensione endocranica (con cefalea, nausea e vomito).

Cancro alla mammella: diagnosi 

In termini diagnostici il carcinoma della mammella è generalmente rilevato con le seguenti metodiche:

Esame clinico

Ispezione e palpazione dei seni per verificare l’esistenza di noduli, alterazioni del capezzolo e della pelle, edemi regionali o secrezioni.

Mammografia

È l’esame più importante per porre diagnosi poiché permette di verificare l’esistenza di noduli, microcalcificazioni, segni di infiltrazione e distorsione del parenchima. La mammografia permette di rilevare anche lesioni di pochi millimetri e, con i nuovi apparecchi, di prelevare un campione per la biopsia.

Ecografia

È utile come integrazione dell’esame clinico e della mammografia soprattutto in caso di donne giovani e quindi con seni che risultano opachi alla mammografia.

Esame citologico con aspirazione tramite ago sottile

Serve per confermare o escludere la diagnosi di tumore in presenza di esami strumentali dubbi.

Stadiazione

Valuta l’estensione del carcinoma e le eventuali Metastasi e andrebbe effettuata prima di qualsiasi intervento terapeutico.

Diagnosi e percorso terapeutico: conseguenza psicologiche

Una diagnosi di tumore al seno e il percorso terapeutico che ne consegue hanno un impatto devastante sulla salute ma anche sulla sfera psicologica.

Per questo motivo è fondamentale considerare il paziente nella sua complessità, attraverso una presa in carico multidisciplinare che punti anche a prevenire e gestire i diversi effetti collaterali dei trattamenti. Oltre ai ben noti effetti avversi causati dei chemioterapici (nausea, vomito, debolezza, diarrea, febbre, alopecia, etc) le complicanze cutanee, provocate in particolare dai così detti farmaci “intelligenti” (la terapia endocrina ne è un esempio), determinano una notevole sofferenza psicosociale, per le limitazioni che comportano e per l’alterazione della cute e quindi dell’immagine corporea che ne deriva. Pertanto, prendersi cura per migliorare l’aspetto della pelle può, giovare al benessere psicologico della persona con tumore.

Accorgimenti da adottare alla pelle

Qui di seguito alcuni accorgimenti per la salute della pelle da applicare prima, durante e dopo il trattamento oncologico sono i seguenti:

  • Prima di iniziare un trattamento oncologico, è bene curare e risolvere le eventuali problematiche cutanee già presenti;
  • Nel corso della terapia, fare attenzione alla detersione quotidiana, utilizzando detergenti delicati e poco schiumogeni privi di alcol, profumo, parabeni, tensioattivi aggressivi o metalli pesanti che possono alterare la barriera cutanea;
  • Evitare di esporsi al sole, sia in estate sia in inverno, e usare sempre un’adeguata protezione, mediante l’applicazione di prodotti solari con SPF non inferiore a 50;
  • Mantenere un’adeguata idratazione, bevendo almeno 1,5-2 litri di acqua al giorno e consumando frutta e verdura in abbondanza;
  • Evitare indumenti aderenti, tessuti sintetici, ruvidi e applicazioni che causano frizione sulla pelle, prediligendo abiti larghi in fibre naturali come cotone, lino, seta;
  • Lavare la biancheria con detergenti delicati e usati in piccole dosi;
  • Non esporsi a sorgenti troppo fredde o troppo calde;
  • Per la propria igiene personale, lavarsi con acqua tiepida;
  • Per la cura della pelle, scegliere prodotti lenitivi, emollienti e idratanti, formulati in modo specifico per la pelle in terapia. Gli ingredienti raccomandati anche da società scientifiche italiane e internazionali (come AIRO ed ESMO) sono ad esempio urea in percentuale elevata, acido ialuronico, calendula, vitamina E;
  • Applicare creme sulla cute pulita, due volte al dì e dopo ogni trattamento, ricordando sempre di lavarsi prima le mani per minimizzare il rischio d’infezioni;
  • Non trascurare i disturbi cutanei che possono insorgere durante le terapie oncologiche: non sono meno rilevanti rispetto alla cura del tumore;
  • Imparare ad accettare il proprio corpo in cambiamento: prendersi cura di se stessi è la migliore è medicina per l’anima, che aiuta a ritrovare l’autostima.

Fonti:

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