La desquamazione cutanea è un processo fisiologico che avviene durante il ricambio della pelle, quando i corneociti, al termine di un movimento ascensionale che dura circa 14 giorni, scompaiono in modo impercettibile.
Ciò comporta la formazione di squame, ossia di piccole lamelle biancastre formate dall’aggregazione di cellule degli strati superficiali dell’epidermide, completamente cheratinizzate e non più vitali, destinate a essere sostituite da cellule degli strati sottostanti.
Vari fattori, come ad esempio freddo, gelo, calore, scarsa idratazione, età, predisposizione genetica influenzano la formazione di squame.
La desquamazione della pelle può essere anche provocata da condizioni patologiche, quali, stato febbrile prolungato, infezioni funginee o da certe terapie, come quelle oncologiche.
La cute: generalità
La cute è l’organo più grande del corpo umano. Nell’adulto copre un’area che va da 1.5 a 2 metri quadrati e rappresenta il 15% del peso corporeo.
È formata da due strati: un epitelio squamoso stratificato chiamato epidermide, e uno strato di tessuto connettivo più profondo detto derma. Al di sotto del derma è presente un altro strato di tessuto connettivo, l’ipoderma. La maggior parte della cute ha uno spessore di 1-2 mm, ma si può andare da meno di 0,5 mm nelle palpebre a 6 mm tra le scapole.
Desquamazione della pelle: idratazione cutanea
Una delle funzioni principali della cute è fornire all’organismo una protezione nei confronti dell’ambiente, mantenendo una barriera epidermica efficace, non solo nei confronti dell’esterno, ma anche nei confronti della perdita di acqua corporea. In effetti, l’omeostasi idrica è una condizione richiesta per un funzionamento fisiologico normale della cute.
Il tasso d’idratazione influenza non solo i parametri macroscopici apparenti, come la flessibilità, ma anche i parametri molecolari, le attività enzimatiche dell’epidermide. Una parte dell’acqua corporea è continuamente persa, ma questo processo, così come il mantenimento di un gradiente idrico ottimale nella cute, è garantito da un insieme di regolazioni, basate sulle proprietà funzionali e dinamiche dello strato più superficiale della cute.
L’acqua, insieme alle proteine e ai lipidi, conferisce allo strato corneo le caratteristiche di morbidezza, flessibilità ed elasticità. Quando lo stato d’idratazione dello strato corneo scende al di sotto del 20%, la superficie cutanea diventa secca e scabra; la sua elasticità si riduce in maniera evidente e si osserva un processo di desquamazione e fessurazione.
L’acqua contenuta nel corneo è in parte associata alle proteine dei cheratinociti, in parte ai lipidi interlamellari e in parte si trova libera allo stato di vapore. Dell’acqua associata allo strato corneo, il 5% è legata molto saldamente mediante legami covalenti; questo deposito idrico non può essere rimosso nemmeno con trattamenti chimico-fisico drastici. La componente idrica legata con legami idrogeno, invece, è molto variabile e sensibile ai cambiamenti dell’umidità relativa e all’azione delle condizioni ambientali. L’acqua libera si diffonde dal derma verso l’esterno: tale flusso è detto Trans Epidermal Water Loss (TEWL).
L’intensità di questo flusso di vapore acqueo dipende dallo spessore dello strato corneo e dall’integrità delle sue componenti lipidiche e proteiche. Infatti, la TEWL è un parametro che riflette l’integrità della funzione di barriera della cute. Il 35-38% dell’acqua contenuta nello strato corneo è legato alle proteine di membrana dei corneociti e ai lipidi interlamellari. Le proteine più importanti sono la cheratina, linfolucrina, la fillagrina e la loricrina: esse contribuiscono a costituire lo scheletro dei corneociti ed hanno la capacità di legare molecole di acqua.
È chiaro, tuttavia, che i principali responsabili dell’effetto barriera dello strato corneo sono i lipidi che lo compongono. Essi derivano dai corpi lamellari (corpi di Odland), organuli secretoli presenti nello strato granuloso dei cheratinociti. In questi organuli le molecole di lipidi sono organizzate in modo ordinato, in doppi strati disposti a fisarmonica. Quando i corpi lamellari raggiungono il 25% in volume del citosol di una cellula dello strato granuloso, riversano per esocitosi il loro contenuto negli spazi intracellulari. Una volta espulso, il contenuto dei corpi lamellari va a disporsi tra le cellule dello strato corneo formando ampi foglietti.
L’analisi biochimica ha evidenziato che i lipidi dello strato corneo sono costituiti principalmente da colesterolo, ceramidi e acidi grassi liberi. I ceramidi, in particolare, sono molecole che tendono naturalmente a formare membrane mono- e bis- tratificate nelle quali s’inseriscono gli acidi grassi e liberi e il colesterolo. I lipidi dello strato corneo sono essenziali per trattenere la giusta quantità d’acqua nella cute e per regolare la TEWL. La proprietà di trattenere l’acqua nel corneo dipende prevalentemente dalla presenza dei ceramidi, che hanno una funzione di deposito idrico.
La struttura cutanea funziona come una barriera indispensabile a mantenere l’idratazione della pelle entro valori fisiologici. I principali fattori di questa barriera che presiedono al mantenimento dell’idratazione sono: lo strato corneo; i lipidi epidermici; il fattore naturale di idratazione (Natural Moisturizing Factor – NMF); il film idrolipidico di superficie.
Questi componenti sono sottoposti ad un continuo processo di rinnovamento legato alla capacità dei cheratinociti dell’epidermide di riprodursi continuamente e di differenziarsi, dando così forma ai vari strati che compongono l’epidermide.
Cause della disidratazione e desquamazione
Vari fattori sia esogeni che endogeni possono alterare questi delicati meccanismi di difesa, provocando stati più o meno accentuati di disidratazione cutanea e desqumazione. Il livello d’idratazione della cute è in funzione dell’umidità, delle proprietà igroscopiche dello strato corneo e della presenza di fattori naturalmente idratanti, in assenza dei quali si instaura il fenomeno della secchezza cutanea.
Oltre all’età e alla predisposizione genetica per l’invecchiamento cutaneo, numerosi fattori esterni possono provocare stati più o meno accentuati di disidratazione cutanea. I principali fattori di desquamazione delle pelle sono di tipo chimico (es. l’azione solvente e delipidizzante legata all’applicazione ripetuta di tensioattivi) o legati a condizioni climatiche e ambientali sfavorevoli. Anche il contatto prolungato con l’acqua, nonostante la protezione del film sebaceo-sudorale, causa un impoverimento in NMF.
Infatti, un’applicazione topica di sola acqua provoca uno stress su tutto lo strato corneo che causa un’alterazione della funzione di barriera. Le zone più esposte, come il viso e le mani, sono quelle maggiormente coinvolte; tuttavia anche altre zone cutanee sono particolarmente predisposte a un’eccessiva secchezza cutanea spesso associata ad una più o meno evidente desquamazione.
Desquamazione della pelle e terapia
Le terapie antitumorali possono determinare l’insorgenza di numerose tossicità cutanee, che sono causa di gravi desquamazioni della pelle. Gli effetti indesiderati sulla cute sono comuni a molti trattamenti antitumorali, inclusi quelli più innovativi. La tossicità cutanea causata dal trattamento oncologico è un problema ancora poco noto e spesso sottovalutato, ma che colpisce complessivamente l’80% dei pazienti, con ripercussioni significative sulla qualità di vita e sull’aderenza alle cure.
I trattamenti oncologici danneggiano la cute, la rendono più sottile, fragile e irritata, priva della naturale barriera protettiva. Non si tratta di una prerogativa della radioterapia (fino al 95% dei casi) o degli agenti chemioterapici (30-60%): succede anche con i farmaci biologici (50-90%) e l’immunoterapia (30-50%). Nei pazienti oncologici, infatti, la comparsa di reazioni avverse a carico della pelle è dovuta al fatto che l’epidermide è un epitelio a rapida riproduzione ma le cure oncologiche rallentano la sua capacità rigenerativa.
Desquamazione della pelle: interventi
Una corretta skincare è fondamentale per la gestione della desquamazione della pelle. Una cute disidratata favorisce, infatti, la penetrazione di sostanze estranee, l’insorgenza di stati infiammatori e causa la perdita d’elasticità e tono.
Di seguito si riportano alcune azioni quotidiane per il trattamento della pelle contro la desquamazione, applicabili anche alla cura della cute in persone sottoposte a terapia oncologica.
Detersione
È importante utilizzare detergenti delicati e non aggressivi, per salvaguardare la naturale barriera cutanea: no ai saponi, si all’uso di detergenti per affinità, come latti senza tensioattivi e olii detergenti.
Idratazione e nutrimento
Utilizzare microemulsioni a cristalli liquidi ricche di attivi umettanti e nutrienti naturali: burri ed oli vegetali (olio di mandole, burro di karitè, di argan, di oliva o di ribes nero) uniti a biotecnologie amiche della pelle.
Nella scelta di prodotti lenitivi e idratanti, prediligere sempre prodotti di alta qualità formulati in modo specifico per il benessere della pelle, come ad esempio quelli a base di urea in percentuale elevata, acido ialuronico, calendula, vitamina E (tocoferolo), ceramidi.
Tali ingredienti sono tra l’altro raccomandati anche da società scientifiche italiane e internazionali (come AIRO, Associazione Italiana di Radioterapia ed Oncologia Clinica ed ESMO, European Society for Medical Oncology).
Trattamento della pelle arrossata
Utilizzare prodotti naturali specifici, a base di lipidi vegetali e ceramidi, che favoriscono il ripristino della barriera cutanea e proteggono la pelle dalla disidratazione.
Fotoprotezione
Evitare l’esposizione al sole (anche d’inverno!) senza adeguata protezione. Un’esposizione controllata con l’utilizzo di filtri fotostabili certificati e non assorbibili dalla pelle è fortemente raccomandata in caso di desquamazione cutanea, ed in generale di problemi alla pelle.
Infine, per garantire un effetto emolliente e idratante sullo strato corneo della cute sono efficaci anche trattamenti generali, non topici, basati sull’alimentazione.
Una dieta ricca in acidi grassi essenziali precursori delle prostaglandine e dei leucotrieni, previene la disidratazione della cute mantenendo in buone condizioni la barriera lipidica.
Tra gli acidi grassi più importanti ci sono l’acido linoleico, l’acido gamma linoleico e l’acido arachidonico. Tra i minerali lo zinco è molto importante perché entra a far parte degli enzimi responsabili dello svolgimento di numerosi processi metabolici cutanei.
Fonti: