Dolori articolari dopo cicli di chemioterapia: la ginnastica autunnale

Gravi patologie a volte associate a interventi chirurgici possono manifestare effetti collaterali nel periodo di recupero, soprattutto se in questa fase si devono seguire dei cicli di trattamento come per il paziente oncologico. Astenia, ansia, insonnia perdita dei capelli e della fame sono solo alcuni degli effetti collaterali che si possono manifestare e può anche capitare che dopo cicli di chemioterapia si presentino dolori articolari e muscolari che, a seconda della gravità, possono variare da una sensazione di stanchezza fino a incapacità a svolgere semplici attività quotidiane, interferendo in maniera importante sulla qualità della vita di ogni paziente.

Per un malato oncologico l’iter da seguire è molto complesso: dalla consapevolezza di avere il cancro, occorre poi avere la capacità e la forza di riuscire ad affrontarlo attraverso un eventuale intervento chirurgico e i trattamenti che ne conseguono. La chemioterapia è una terapia utile in caso di tumore, utilizzata sia da sola o in associazione con la chirurgia. In entrambe le situazioni paura e angoscia di fronte alla notizia della malattia sono reazioni del tutto naturali ma non facili da gestire. Essere affetti da tumore provoca non solo un cambiamento del proprio corpo, ma anche della qualità di vita, della psiche e della propria intimità e può portare spesso a depressione e sfiducia nei confronti del futuro. Riprendere in mano la vita, riuscire a controllare l’ansia avendo come unico obiettivo il raggiungimento del benessere è fondamentale per vivere meglio sia con se stessi che in famiglia e in società.

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Dolori articolari e chemioterapia: quali rimedi

La chemioterapia porta con sé una serie di effetti collaterali, legati al fatto che i farmaci usati agiscono non solo sulle cellule tumorali, ma anche su quelle sane.

L’alterazione del sonno e dell’appetito possono essere alcune cause che generano sintomi come affaticamento e debolezza a seconda del tipo di farmaco usato e del soggetto in terapia. I dolori muscolari e la spossatezza non invogliano a muoversi e a svolgere attività fisica anche se queste sensazioni possono insorgere improvvisamente oppure gradualmente e sono estremamente variabili e del tutto soggettive.

Spesso il riposo è il primo consiglio che viene dato, ma non sempre questo è sufficiente anche perché la stanchezza può subentrare sia durante il ciclo di chemioterapia che nei mesi dopo la fine della cura. Cercare di rilassarsi ed evitare situazioni stressanti, seguire un’alimentazione sana, dormire almeno otto ore a notte e pianificare nel corso della giornata momenti di relax senza esagerare con il lavoro sono accorgimenti molto importanti per sentirsi meglio. Anche condividere con gli altri malati oncologici la propria esperienza e i diversi modi per gestire la stanchezza diventa una fonte preziosa di rassicurazione, così come parlarne apertamente con il proprio medico curante per decidere insieme la strategia migliore da attuare.

Curarsi del proprio fisico è importante in questi momenti per cercare di riconquistare la propria integrità. È utilissimo iniziare con un’attività fisica leggera che progressivamente può riportare il corpo a sentire articolazioni e muscoli e percepire nuovamente scorrere quell’energia psico-fisica che la malattia sembra aver interrotto. Ma anche utilizzare creme per le cicatrici o altri segni lasciati dalla chirurgia mentre per alleviare il dolore ai muscoli e alle articolazioni può rivelarsi utile un olio emolliente a base di burro di Karitè, olio di mandorle dolci, jojoba e olio di girasole che, grazie alla sua azione rigenerante lenisce la pelle secca e disidratata aiutandola a ritrovare nutrimento, morbidezza ed elasticità.

 

I benefici dell’attività fisica durate la chemioterapia

Anche durante i cicli di chemioterapia è consigliato svolgere attività fisica. L’esercizio fisico, infatti, è un valido alleato sia per diminuire la sensazione di affaticamento sia per aiutare a dormire meglio durante la notte. L’allenamento deve essere progressivo magari inizialmente guidato in modo che i movimenti associati a una buona respirazione siano utili a seconda del tumore trattato: meglio se pianificati in momenti della giornata in cui ci si sente più carichi di energia.

Via libera quindi a una bella camminata o a una leggera cyclette. Può essere utile iniziare delle attività come Yoga, Pilates e Feldenkrais che mirano a rafforzare il corpo, sia attraverso pratiche fisiche (particolare sequenze e posture) sia con adeguate tecniche di respirazione per migliorare fluidità e qualità dei movimenti. A volte erroneamente vengono associate e trattate come pratiche ‘’leggere’’, ma questo non è del tutto vero. Nate in periodi totalmente diversi, lo Yoga nasce dalla tradizione indiana per fondersi puoi con le diverse culture, mentre più recenti sono le altre due attività.

  • Yoga: è caratterizzato da una serie di tecniche corporee statiche e dinamiche: equilibrio, respirazione e meditazione. E’ una disciplina che permette di conseguire efficaci benefici a livello fisico sciogliendo le tensioni, tonificando la muscolatura, curando la salute delle articolazioni e degli organi interni, migliorando la circolazione, la capacità polmonare e rafforzando il sistema immunitario. Non solo: lo yoga permette di ridurre notevolmente lo stress, aumentando la capacità di percepire se stessi, grazie ad una interazione di energia tra mente e corpo.
  • Pilates: è un metodo che rafforza il corpo e allo stesso tempo corregge la postura e migliora la fluidità e la precisione dei movimenti. E’ necessario comunque vedere se più utile nel caso del paziente l’utilizzo delle macchine o eseguire esercizi a corpo libero.
  • Feldenkrais: processo educativo, ideato da Moshe Feldenkrais, che utilizza il movimento corporeo per ottenere un miglioramento delle possibilità psico-neuromotorie dell’essere umano, grazie alla rottura di schemi e abitudini che la società ci impone quotidianamente. Ritrovare la libertà del nostro corpo, ritornare bambini per raggiungere una perfetta armonia tra qualità e piacevolezza del movimento.

Riprendendo questo ultimo punto importante del metodo Feldenkrais, è necessario svolgere con piacere ogni tipo di attività fisica, lo sforzo eccessivo è, infatti, inutile e dannoso.

Lo sport è un potente strumento di aggregazione sociale che riesce a migliorare notevolmente la qualità della vita anche in persone che stanno condividendo un’esperienza così traumatizzante, un programma di attività fisica mirato è quindi importante per aiutare i pazienti a ridurre l’effetto negativo che la chemioterapia può avere sull’umore e sul benessere sociale.

Fonti:

https://www.farmacoecura.it/tumore/affaticamento-dolore-chemioterapia/

https://www.aimac.it/libretti-tumore/chemioterapia/potenziali-effetti-collaterali

http://www.andosonlusnazionale.it/informazioni-utili/problemi-psicologici.html

https://www.airc.it/news/l-esercizio-fisico-aiuta-gli-anziani-0719

http://www.fondazionecmt.it/blog-articolo.asp?idb=190

 

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