Perché le unghie crescono di più in estate?

Gli annessi cutanei sono rappresentati dalle ghiandole sudoripare, le unghie e i peli, che comprendono capelli, ciglia e sopracciglia, con il loro follicolo pilifero

Le unghie, in particolare, sono specializzazioni dello strato corneo che riveste la pelle: vengono prodotte da cellule dell’epidermide, che si dividono e si cheratinizzano (ossia acquisiscono una consistenza maggiore), a formare la cosiddetta lamina ungueale, la parte visibile dell’unghia. 

La superficie della lamina è rivestita di una pellicola protettiva che le attribuisce il caratteristico aspetto lucido, la cuticola. Complessivamente, la struttura della lamina deve essere tale da rendere l’unghia dura, resistente, flessibile ed elastica. 

Alla base dell’unghia si trova la matrice ungueale, il raggruppamento di cellule epiteliali cui è affidato il compito di generare nuova unghia. Quindi dalla sua attività dipendono sia la velocità con cui la lamina cresce che la sua qualità.

Per gli animali, l’avvicendarsi delle stagioni comporta profonde trasformazioni fisiche. Con l’arrivo dell’estate, i mammiferi perdono il sottopelo e riducono la percentuale di massa grassa, per recuperarli prima che ritorni il freddo. 

Non è così per l’uomo. Se anche nell’ambito della nostra fisiologia questo annesso cutaneo svolge funzioni protettive, di difesa, di supporto alle attività manuali e partecipa alla corretta configurazione biomeccanica del piede, molto è cambiato da quando per i nostri antenati era una vera e propria arma, uno strumento di sopravvivenza.

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Perché le unghie crescono di più in estate

Per quanto riguarda l’uomo, la velocità a cui unghie e capelli crescono è soggettiva. Nell’uomo si è persa gran parte della funzione che gli annessi rivestivano durante la sua epoca preistorica. Oggi disponiamo di un abbigliamento avvolgente quando le temperature scendono e di pratici abiti leggeri quando il caldo si fa sentire, nonché coltelli di ogni tipo per tagliare il cibo. 

Benché la stagionalità eserciti un’influenza sempre meno impattante, le unghie (che si stima si allunghino di circa 0,1 millimetri al giorno, mediamente) crescono di più in estate, in particolare durante il mese di luglio, almeno stando a quanto dicono le statistiche. 

Il fenomeno è più evidente nelle donne rispetto alla popolazione maschile. 

Malgrado i risultati delle osservazioni portino a individuare nella temperatura il fattore chiave per la crescita delle unghie, la comunità scientifica non ha ancora stabilito una chiara correlazione fra questa e la velocità di formazione di nuova lamina. L’ipotesi più accreditata è che l’aumento della temperatura causi vasodilatazione, con un maggior afflusso di sangue alla lamina e alla matrice ungueale. Un’irrorazione più cospicua determina un maggior apporto di nutrienti: questa sarebbe la causa diretta del più celere accrescimento.

Occorre anche notare che questo picco di allungamento estivo sia in realtà molto debole rispetto al ritmo che caratterizza l’andamento di crescita durante il resto dell’anno.

Rapporto tra unghie e alimentazione

Molti studi sono concordi nell’affermare che l’alimentazione, sia per varietà che per ricchezza, influenza in maniera molto più decisa la velocità di crescita dell’unghia rispetto alla stagionalità.

L’unghia è una struttura anatomica costituita prevalentemente da cheratina, una proteina che contiene significative quantità di zolfo: questo elemento rappresenta il 5% in peso dell’intera lamina. Elementi come sodio, potassio, zinco, magnesio, calcio e ferro, pur essendo presenti in quantità inferiori, sono comunque funzionalmente rilevanti. 

Infine, il contenuto idrico dell’unghia ha ripercussioni sulla sua elasticità: si stima che il contenuto ideale in acqua sia pari al 16-18% in peso.

La malnutrizione e un cattivo stato di salute generale implicano un rallentamento nella crescita della lamina e la formazione di un’unghia più fragile. In epoca di ristrettezze, infatti, l’organismo si comporta come un genitore di buon senso: taglia gli sprechi per salvare la famiglia. Così il corpo in difficoltà destina meno risorse alle strutture non vitali, per mettere in sicurezza gli organi indispensabili alla sopravvivenza.

La stessa conseguenza si verifica a causa dell’invecchiamento. Le modificazioni che il trascorrere del tempo innesca nei tessuti interessano anche le unghie, che rallentano il loro allungamento e peggiorano gradualmente la qualità della loro composizione. Pare che, da questo punto di vista, la velocità tocchi un massimo nella seconda e terza decade di vita, per poi iniziare, molto lentamente, a scendere.

Anche l’assunzione di farmaci può influenzare questo parametro. 

Le unghie non crescono in maniera uniforme

Le unghie non crescono tutte con la stessa velocità. Si è osservato che la loro velocità di allungamento è proporzionale alla lunghezza della falange del dito corrispondente. Avete mai fatto caso che la lamina del dito indice cresce più rapidamente rispetto a quella, ad esempio, del mignolo?

Indice, medio e anulare crescono più velocemente del pollice e del mignolo. 

Allo stesso modo unghie delle mani e dei piedi non hanno il medesimo ritmo di accrescimento. Le donne che si sottopongono a manicure con applicazione di smalto colorato sanno bene che la procedura deve essere ripetuta molto più di frequente sulle mani, che hanno una ricrescita decisamente più rapida. Alcuni scienziati hanno stabilito che il rapporto fra le due velocità è 3:1.

Al di là della soggettività, inoltre, la velocità di allungamento della lamina ungueale è maggiore per la mano più usata (la destra per i destrorsi, la sinistra per i mancini) rispetto a quella lasciata più a riposo. È, inoltre, superiore nelle donne in gravidanza

Quasi a confermare la teoria che fa riferimento all’afflusso di sangue, tutte le condizioni, anche su base ormonale (come la gestazione) che determinano vasodilatazione sembrano favorire l’allungamento della lamina. L’utilizzo della mano può essere interpretato per la sua azione di massaggio che esercita sui polpastrelli: un’azione che favorisce una migliore irrorazione dei tessuti locali.

Fonti:

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