I trattamenti oncologici come chemioterapia, radioterapia, immunoterapia e terapie biologiche, fondamentali per la cura e il rallentamento della progressione delle neoplasie sono causa di numerosi effetti collaterali, come la nausea e i problemi intestinali.
Tra questi anche effetti a carico del sistema immunitario che, per esempio dopo la chemioterapia, risulta indebolito ed espone il paziente a un maggior rischio di infezioni.
Cos’è il sistema immunitario
Il sistema immunitario è composto da cellule, i linfociti, che hanno il compito di identificare ed eliminare gli agenti estranei inutili e potenzialmente dannosi per l’organismo: batteri, parassiti, funghi e virus, ma anche cellule tumorali. Nello specifico:
- i linfociti T sono globuli bianchi che modificano gli anticorpi contro patogeni specifici;
- i linfociti B sono responsabili della produzione di anticorpi, fondamentali per mantenere alta la protezione dell’organismo;
- i linfociti NK (Natural Killer), sono un tipo particolare di linfociti, che costituiscono il 20% del totale linfociti, e possiedono un’elevata attività antitumorale e antivirale.
Gli anticorpi sono molecole in grado di riconoscere le sostanze estranee nocive, che vengono così individuate e segnalate, prima di essere distrutte da parte di altre cellule del sistema immunitario.
Gli effetti della chemioterapia sul sistema immunitario
La chemioterapia induce un calo delle difese immunitarie durante il trattamento. Il suo effetto nei mesi successivi, dopo il termine dei cicli, è stato indagato da uno studio che ha valutato i livelli dei linfociti in pazienti trattate per tumore del seno; questi sono stati quantificati prima dell’inizio del trattamento, e a due settimane e a nove mesi dal termine.
La ricerca ha messo in evidenza che in pazienti in trattamento chemioterapico per tumore del seno i livelli dei principali tipi di linfociti (B, T e NK- Natural Killer) scesi notevolmente dopo la chemioterapia, sono tornati ai livelli precedenti il trattamento dopo nove mesi dal termine dei cicli. Un effetto più intenso da parte della chemioterapia è stato rilevato per i linfociti B, responsabili della produzione di anticorpi; in questo caso i livelli sono rimasti bassi, e dopo nove mesi sono stati raggiunti valori pari solo al 65% dei valori pre-trattamento.
Come rinforzare il sistema immunitario
Dopo la chemioterapia può essere opportuno rafforzare il sistema immunitario. Potranno essere prescritte specifiche terapie di supporto, ma anche adottando uno stile di vita sano è possibile rafforzare le difese del nostro organismo.
Tra i consigli da mettere in atto vi sono:
- seguire un’alimentazione equilibrata, con le giuste vitamine e sali minerali con verdure e frutta fresche;
- praticare un’attività fisica, anche moderata;
- limitare le fonti di stress, una delle cause del calo delle difese immunitarie;
- trascorrere del tempo all’aria aperta per favorire la sintesi di vitamina D e migliorare l’umore;
- dormire per agevolare l’irrobustimento del sistema immunitario;
- evitare il fumo.
Infatti, da uno studio pubblicato sulla rivista Breast Cancer Research, condotto su pazienti trattate con chemioterapia per tumore del seno, è risultato che per le donne fumatrici il recupero dei linfociti dopo la fine del trattamento è stato più lento rispetto alle non fumatrici, e che dopo nove mesi i livelli raggiunti erano la metà rispetto a quelli precedenti la chemioterapia
L’immunoterapia oncologica: la terapia che parte dal sistema immunitario
Esiste una terapia oncologica che attiva direttamente il sistema immunitario: l’immunoterapia. Può essere utilizzata da sola oppure in associazione a chemioterapia e radioterapia. L’immunoterapia consiste nell’utilizzo di farmaci che attivano il sistema immunitario dei pazienti e lo stimolano ad agire contro le cellule tumorali. A differenza di altre terapie oncologiche, non agisce direttamente sul tumore ma innescando meccanismi di difesa da parte dell’organismo contro di esso. Con l’immunoterapia l’idea è quella di combattere il cancro come se fosse un’infezione, facendo reagire il sistema immunitario, che viene istruito affinché possa aggredire le cellule malate.
Complessivamente la tossicità derivante dalla immunoterapia è considerata inferiore a quella della chemioterapia tradizionale; esistono tuttavia effetti collaterali, come quelli cutanei, che devono essere gestiti direttamente dagli specialisti di riferimento, in questo caso il dermatologo.
Gli effetti cutanei dalla immunoterapia
I problemi cutanei legati alle terapie immunologiche per i tumori si presentano sotto forma di irritazioni ed eruzioni cutanee, spesso con la comparsa di prurito. Altri effetti sono l’eritrodermia, ossia un arrossamento diffuso con desquamazione, secchezza e comparsa di eczemi ed eritemi, a volte molto diffusi e di grave entità. Questa sintomatologia può venire trattata in modo efficace con creme per psoriasi, dermoaffini e delicate. Questo tipo di trattamento per la pelle sensibilizzata è utile perché spesso gli effetti collaterali della immunoterapia sono simili a quelli della psoriasi.
Infatti, le terapie immunologiche possono indurre un peggioramento di eventuali patologie pregresse, come la psoriasi o la vitiligine, legate al sistema immunitario, perché questi farmaci agiscono sui meccanismi di sintesi della melatonina.
Tra gli effetti più diffusi nei pazienti trattati con l’immunoterapia vi sono anche l’orticaria e la xerosi, ossia un grave stato di secchezza cutanea che può indurre la formazione di ragadi, tagli e fessurazioni; oltre che essere molto dolorose, aumentano i rischi infettivi.
Come prendersi cura della pelle in terapia
Prima e durante le terapie oncologiche, la pelle ha bisogno di attenzioni e prodotti specifici, con l’obiettivo di evitare la rottura della barriera cornea e le relative conseguenze.
Come anche raccomandato dalle società scientifiche che si occupano di oncologia, per la pulizia è consigliato l’uso di prodotti che detergano per affinità e che non contengano tensioattivi aggressivi e eccessivamente schiumogeni, profumi, alcol, parabeni e metalli pesanti. Evitare anche prodotti contenenti derivati degli idrocarburi o siliconi.
Sono adatte sostanze come emulsioni acqua/olio, anche a base di acque termali che leniscono l’infiammazione cutanea. Molto importante è che i prodotti contengano una componente lipidica, con grassi vegetali come il burro di karitè, l’olio di germe di grano, di jojoba, di avocado e sostanze come urea, acido ialuronico, calendula, pantenolo. Le creme per uso topico vanno applicate con costante regolarità, avendo cura di avere le mani pulite.
Specie nei mesi primaverili ed estivi ma anche durante il resto dell’anno è caldamente consigliato evitare l’esposizione al sole senza protezione, (SPF almeno pari a 50) perché il sole causa infiammazione della pelle stressata, e inoltre molti farmaci tumorali sono fotosensibili. Infine evitare di indossare indumenti stretti, sintetici, ruvidi o che possano causare attrito a favore di fibre come lino, seta o cotone, da lavare con detergenti delicati a piccole dosi, aiuta a mantenere il benessere della pelle.
Fonti: