Eritrodisestesia palmo plantare: come affrontarla durante la terapia

L’eritrodisestesia palmo-plantare (EPP), nota anche come sindrome mano-piede (SMP), eritema acrale o reazione di Burgdorf, è una reazione dermatologica causata dalla tossicità a determinati farmaci usati in terapia oncologica

La reazione cutanea si manifesta con eritema palmare e plantare, edema, disestesia e con segni associatiquali dolore, desquamazione e vescicolazione di vario grado.

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Eritrodisestesia palmo plantare: come si presenta 

Negli ultimi anni, numerosi studi clinici hanno descritto“reazioni cutanee delle mani e dei piedi” in pazienti trattati con inibitori delle tirosin chinasi e con alcuni chemioterapici.

L’eritrodisestesia palmo-plantare si presenta con prodromi di disestesia, caratterizzati da una sensazione di formicolio delle regioni palmari e plantari. L’aspetto clinico di questa patologia che subentra in concomitanza delle terapie oncologiche è spesso caratterizzato da eritema simmetrico ed edema dei palmi delle mani e delle piante dei piedi, che di solito progredisce a vesciche e necrosi. Tali manifestazioni sono associate ad una sensazione di dolore e bruciore. 

La maggior parte dei pazienti con eritrodisestesia palmo-plantare presentano lesioni localizzate e ipercheratosiche. Efficaci nell’alleviare la sintomatologia tipica di questo effetto collaterale della terapia, ci sono prodotti per sindrome mano piede.

Dati sull’eritrodisestesia palmo plantare

In termini di incidenza, l’eritrodisestesia palmo-plantare si presenta nel 76,3% dei pazienti trattati ad esempio con gli inibitori delle tirosin chinasi ed è grave nel 20,3%.  

Il grado di severità dell’eritrodisestesia palmo-plantare viene misurata e registrata secondo i sistemi di classificazione del National Cancer Institute (NCI) per le tossicità dermatologiche (NCI Common Terminology Criteria [CTC] v2.0 e CTC for Adverse Events [CTCAE] v3.0.

Di seguito riportiamo i vari livelli di sintomatologia dei vari stadi della sindrome mano piede.

Grado 1

Minimi cambiamenti cutanei o dermatiti (ad es., eritema, edema o ipercheratosi) senza dolore. 

Grado 2

Cambiamenti della pelle (vesciche, sanguinamento, edema o ipercheratosi) con dolore, che limitano le attività di vita quotidiana. 

Grado 3

Grave alterazione della pelle (peeling,  vesciche,  sanguinamento,  edema  o ipercheratosi) con dolore, limitando le attività di auto-cura della vita quotidiana.

In termini terapeutici, le raccomandazioni per la gestione della tossicità cutanea da eritrodisestesia palmo-plantare prevedono accorgimenti differenti in funzione del grado di severità del sintomo.  

Per l’eritrodisestesia palmo-plantare di grado 1, ad esempio, si consiglia l’uso di creme idratanti e emollienti e di evitare l’utilizzo di acqua calda. I guanti e le calze di cotone possono essere indossati durante la notte per prevenire ulteriori lesioni e per aiutare a trattenere l’umidità. Oltre alla prosecuzione delle misure profilattiche possono essere indicati cheratolitici, come urea 20-40%.  

Invece, per la gestione della tossicità dermatologica da eritrodisestesia palmo-plantare di grado 2 e 3 – se ritenuto opportuno da parte del medico oncologo – è possibile ridurre il dosaggio del farmaco o sospendere temporaneamente il trattamento, continuando però con gli accorgimenti come per la tossicità di grado 1, con aggiunte di analgesici topici fino al miglioramento dei sintomi e al raggiungimento del grado 1. 

In ogni caso il primo approccio per la gestione della tossicità cutanea da eritrodisestesia palmo-plantare resta comunque la prevenzione dell’insorgenza dei sintomi, attraverso un colloquio iniziale con il medico oncologo volto ad illustrare al paziente le azioni da intraprendere per la corretta profilassi e il mantenimento dell’integrità cutanea. Tuttavia, gli accorgimenti elencati qui di seguiti valgono anche per la gestione dei sintomi a fine terapia oncologia, quando ciò sarà necessario continuare ad aver cura della propria pelle, per riportarla a suo aspetto sano. 

Eritrodisestesia palmo plantare: cosa evitare

  • Esposizione delle mani e dei piedi al calore, per esempio l’acqua calda.
  • Attività che comportano degli sfregamenti o delle leggere pressioni su mani/piedi: ad esempio lavarsi vigorosamente, usare degli apparecchi domestici, guidare o camminare per troppo tempo.
  • Applicazione di cerotti e bande adesive troppo strette sulla pelle.
  • Indossare guanti, calzini o scarpe troppo strette e gioielli.
  • Il contatto con detersivi per la casa o utilizzare sempre dei guanti di gomma qualora il loro uso sia inevitabile.

Eritrodisestesia palmo plantare: buone abitudini

  • Effettuare un’accurata manicure e pedicure.
  • Lavare mani e piedi con un detergente delicato.
  • Dopo la quotidiana pulizia delle mani e dei piedi, applicare un generoso strato di crema emolliente e lenitiva, che aiuta a mantenere una buona idratazione e morbidezza della pelle.
  • Usare guanti protettivi per svolgere attività di igiene domestica.
  • Dedicare quotidianamente del tempo alla cura delle mani e dei piedi. 
  • Effettuare pediluvi con acqua tiepida e base lavante delicata e lenitiva con acqua non troppo calda. Asciugare con cura e con un telo in fibra naturale, come cotone o lino. A fine dell’asciugatura applicare sulle aree di maggiore callosità una crema all’urea al 25%. Questa è molto importante perché ha un’azione cheratolitica sulle callosità ed è in grado di prevenire la formazione di bolle e ulcerazioni.
  • Indossare calzature morbide ed evitare tacchi molto alti.
  • Indossare calze cotone o in altre fibre naturali.
  • Ridurre il trasporto di carichi pesanti, che potrebbero causare lesioni e arrossamenti cutanei ai palmi delle mani.

Fonti:

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