Novembre, mese della prevenzione dei tumori alla prostata

Negli ultimi anni il tema della medicina di genere è stato molto dibattuto. Sono state affrontate e portate alla ribalta delle cronache, soprattutto patologie tipicamente femminili, di cui si era parlato poco in passato e sulla cui prevenzione ci si era poco concentrati.

Meno si parla delle malattie caratteristiche del genere maschile, anche tenuto conto del fatto che gli uomini sono meno inclini a fare prevenzione e a sottoporsi a controlli di screening. Si prendono, mediamente, meno cura della loro salute e affrontano certe tematiche con più ritrosia. 

Movember: cos’è il Novembre Azzurro mese della prevenzine

Novembre è il mese della prevenzione dei tumori maschili. Novembre Azzurro è il nome di una campagna di sensibilizzazione e di informazione ideata e realizzata da Europa Uomo Onlus sul più paradigmatico dei tipi di tumore che colpiscono l’uomo, il carcinoma della prostata.

Lo scopo è quello di promuovere la salute e il benessere maschile rivolgendosi direttamente agli uomini, parlando a loro e sollecitandoli perché pongano più attenzione a questi temi, perché imparino a conoscersi meglio, ad aderire alle campagne di screening e ad adottare stili di vita appropriati. Ma le iniziative di Novembre Azzurro parlano anche alle donne, alle loro compagne, figlie, sorelle, perché si possa creare sostegno e solidarietà nella prevenzione.

Il Novembre Azzurro, anche conosciuto come Movember, vuole sottolineare l’importanza di una sinergia ancora più globale, che si estende alle diverse specialità mediche coinvolte nella diagnosi e nella cura di queste patologie, che richiedono un approccio multidisciplinare e la partecipazione attiva dei pazienti. 

La diagnosi precoce prevede infatti che i cittadini siano informati e consapevoli e che i medici di base e gli specialisti li supportino proattivamente nella scelta del percorso diagnostico e dell’alternativa terapeutica migliore.

Novembre mese della prevenzione: da cosa nasce

Novembre Azzurro nasce dalla consapevolezza che prevenzione e diagnosi precoce possono fare la differenza. 

Un aspetto che è confermato dai dati. Il carcinoma della prostata è diventato negli ultimi 10 anni il tumore più frequente nella popolazione maschile dei Paesi Occidentali: nel 2020 ha rappresentato il 19% di tutti i tumori maschili in Italia. Ma è anche una malattia sempre più precocemente individuabile con i sistemi diagnostici precoci. E’ sempre meno letale: oggi la sopravvivenza è stimata intorno al 91% circa (dati AIOM 2021).

Il tumore al testicolo è meno frequente (nel 2020 sono state stimate 2.300 nuove diagnosi), ma insidioso perché colpisce principalmente i giovani, che sono meno inclini a farsi controllare e a pensare a possibili gravi problemi di salute. E, invece, è importante che i ragazzi lo conoscano, perché si tratta di un tipo di cancro curabile nel 99% dei casi se viene individuato nei primi stadi clinici e nel 75-80% dei casi nelle forme avanzate.

La prevenzione dei tumori alla prostata

Il rischio di ammalarsi di tumore alla prostata è legato anche all’età. Mentre assume una dimensione trascurabile prima dei 40 anni, le possibilità di insorgenza dopo i 50 anni sono sensibilmente maggiori, mentre circa 2 tumori su 3 sono diagnosticati in persone con più di 65 anni. 

Il 70% circa degli uomini con più di 80 anni ha un tumore della prostata, anche se nella maggior parte dei casi senza sintomi rilevanti e individuabile solo post mortem

Come per molte altre forme tumorali, anche la prevenzione del carcinoma prostatico passa attraverso la rinuncia al fumo e all’alcol, la pratica di esercizio fisico regolare e l’adozione di sane abitudini alimentari. In particolare, viene consigliato di aumentare il consumo di frutta, verdura, cereali integrali e ridurre quello di carne rossa, soprattutto se grassa o troppo cotta e di cibi ricchi di grassi saturi. Oltre che mantenere sotto controllo il peso corporeo.

Per quanto riguarda, invece, la prevenzione secondaria dei tumori alla prostata e la loro diagnosi precoce, gli esperti raccomandano di eseguire controlli cadenzati e tempestivi in caso di sintomi specifici, come fastidi urinari.

Per questo tipo di cancro esiste anche una familiarità: avere un parente che ne è stato colpito aumenta il rischio di svilupparlo e quindi deve portare ad alzare il livello di attenzione e a sottoporsi a controlli ancora più ravvicinati, in particolare una visita urologica annuale.

Fonti:

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